L’articolo che leggerete oggi è stato pensato per essere condiviso in questo periodo di inizio anno scolastico.
Il motivo per cui non volevo lasciar correre troppo tempo prima di pubblicarlo è il seguente: l’educazione alimentare è un lavoro che va fatto sin da quando il/la bambino/a comincia ad approcciarsi al cibo.
Gaia
ha realizzato assieme a me questo racconto sull’alimentazione con i bambini
proprio per aiutare gli adulti che stanno affrontando un momento così delicato
e necessitano supporto.
Soprattutto dopo aver frequentato il primo mese di scuola, come insegnanti, riusciamo ad avere una disamina più completa di come si rapporta ogni bambino/a con il momento in cui gli/le viene proposto il cibo. E successivamente, a mettere in atto tutte le strategie possibili per renderlo un momento sereno per noi e per loro.
Se vi interessa, continuate a leggere le prossime righe.
Chi è Gaia?
Gaia, @maestra.ga, ha 27 anni. È laureata in Scienze e tecniche psicologiche e attualmente è una studentessa di Scienze della Formazione Primaria. Da 4 anni lavora in una scuola dell’infanzia paritaria come insegnante di sezione. Si definisce “letteralmente innamorata” di questo lavoro, ama la natura e fare camminate in montagna per rilassarsi. Inoltre adora leggere e scoprire cose nuove.
Cosa ci porta a parlarvi di
alimentazione?
In
virtù delle nostre esperienze, ci riteniamo molto sensibili al tema
dell’educazione alimentare.
Io
ricordo poche cose dell’infanzia, ma una la ricordo con precisione: il maestro
che mi chiedeva insistentemente di mangiare un’insalata che non avrei mai
voluto assaggiare. Ci ho provato, con la strategia di bere assieme dell’acqua e
l’ho rigettata. Mi credete se vi dico che a 26 anni non la mangio ancora?
Forse un momento che per molti adulti è semplice, per tanti bambini semplice non è.
Gaia condivide invece la sua visione di insegnante. Ha potuto notare l'atteggiamento dei bambini nei confronti del pasto: c’è chi mangia come se non avesse un fondo, c’è chi si nutrirebbe unicamente di pane, chi non ama la frutta, chi non ama la verdura, chi gli gnocchi perché hanno una consistenza più morbida, chi non vuole avere più di una verdura per volta sul piatto, chi è diffidente nell’assaggiare nuove cose, chi mangia solo se le porzioni sono piccole, chi mangia solo i peperoni di colore verde, chi mangia l’uovo solo nella frittata oppure divide il tuorlo dal resto, e così via…
Insomma,
ogni bambino/a possiede la sua unicità e sviluppa un rapporto personale con il
cibo in base alle sue esperienze, al suo modo d’essere, ma soprattutto in base
all’educazione alimentare impostata a casa e/o dagli adulti di riferimento.
Molti
genitori cercano un confronto con l’insegnante, in relazione alle difficoltà
che da questo momento possono scaturire. Dunque, proprio per questo, vorremmo sottolineare
quanto sia importante ricevere e impostare un’adeguata educazione alimentare
sin da piccoli (sia in famiglia che nei servizi educativi) al fine di vivere
serenamente il momento dei pasti e permettere ai bambini di sviluppare un sano
rapporto con il cibo.
Considerando il pasto come un
momento estremamente delicato e FONDAMENTALE per la crescita, concretamente,
cosa possiamo fare?
Sicuramente
potrebbero esserci d’aiuto le seguenti strategie:
Le storie
Gli
albi illustrati sono uno strumento potentissimo per dar vita a un dialogo con i
bambini arrivando a stabilire insieme piccole e semplici regole per il momento
del pasto (ad es.: si sta seduti a tavola, la tv è spenta così possiamo
gustarci meglio il cibo, ecc.)
Vi
consigliamo:
- Una ricetta miracolosa
La
storia di un condominio che unisce le proprie forze e i propri cibi per dar
vita ad una ricetta dell’ultimo minuto, “miracolosa” come dice il titolo. Una
storia di solidarietà ed inclusione, ma anche di condivisione di cibi
differenti.
- Buon abBEEHHtito!
Un
libro che raccoglie un bellissimo progetto fotografico di cibi che assomigliano visivamente ad animali, divertenti agli occhi dei bambini. Inoltre,
al suo interno vi sono pratiche ricette da fare assieme ai bambini e
filastrocche su ogni animale-cibo.
Le
storie potrebbero essere disegnate e/o colorate successivamente ed appese sulla
parete della cucina, pronte per essere riguardate ogni volta. Diventando così
un sigillo ed un monito del rapporto che il/la bambino/a con il momento del
pasto.
I tempi
La
ritmicità dei pasti è importantissima.
Mantenendo
sempre orari fissi, stabilendo un menù e magari creando una routine (es.
apparecchiando insieme, cantando una canzoncina, rileggendo le regole appese…),
creiamo una preparazione condivisa. Il/la bambino/a sarà psicologicamente più
pronto/a ad affrontare tale momento e non si troverà sorpreso/a.
L’esempio
Noi
adulti siamo il primo esempio per i bambini in ogni azione. Riflettiamo sulla
nostra alimentazione e sull’atteggiamento del nostro stare a tavola: mangiamo
frutta e verdura?
Viviamo il pranzo distesi con serenità o presi dalla fretta mangiando di tutto e di più? Non dimentichiamoci che i bambini sono dei grandi osservatori e percepiscono le nostre sensazioni e stati d’animo!
E se non mangia frutta e verdura?
L’esposizione
Mangiamo
e presentiamo sempre la frutta e la verdura sul tavolo; esponendola così al
bambino per 2/3 volte al giorno, non in maniera forzata ma naturale, metteremo
il bambino in condizione di esplorare senza pressione e aspettativa alcuna.
L’assaggio a step
Usiamo
la tecnica dell’assaggio graduale a step: 1) accettazione di un pezzetto di
verdura nel piatto; 2) la avvicino al naso e sento il profumo; 3) la avvicino
alla bocca e provo a toccarla; 4) la assaggio. Questi step possono avvenire
anche uno al giorno, importante è valorizzare e riconoscere verbalmente ogni
step compiuto dal bambino dialogando con lui.
Il coinvolgimento
Per
scoprire nuovi sapori e stimolare la passione per il cibo, il coinvolgimento è
la scelta più giusta.
Condividiamo
con voi un libro dal nome “Mamma, cucino da solo!”. Si tratta di ricette
fattibili dai bambini anche in autonomia perché semplici e descritte per
immagini comprensibili anche ai piccolini. Possiamo proporre ai bambini una "gita" dal fruttivendolo, scegliere assieme frutta e verdura da
comprare e una volta tornati a casa preparare un piatto speciale a base di tali
ingredienti.
La neutralità
Quando
proponiamo il cibo ai bambini ricordiamoci di mostrarci il più possibile
neutrali, senza dare un giudizio morale e categorico (cibi spazzatura vs cibi
sani). Più vietiamo o esponiamo come negativo un cibo, più i bambini ne saranno
attratti. Se possibile, non utilizziamo dunque i dolciumi come premio e verdura
come ricatto.
Densità e volumi
Infine,
lavoriamo su densità e volumi. Il/la bambino/a mangia solo pasta? Bene,
proponiamola con un sugo di verdure o proponiamo primo e secondo in un’unica
portata cercando di equilibrare e orientare il pasto in modo salutare
proponendo piccole porzioni per volta. Così facendo permettiamo al/la bambino/a
di autoregolarsi da sè e controllare cosa mangia.
Il nostro viaggio nell’educazione alimentare termina qui
Non
senza avervi ricordato la cosa più importante, ovvero che: “Aiutare i bambini a
sviluppare una buona relazione con il cibo e con il proprio corpo è il cuore
della salute, è la medicina preventiva più potente” (Gervasi, 2022).
Perciò
speriamo che le nostre strategie possano tornarvi utili, in qualche modo, per
vivere più serenamente questo momento assieme ai vostri bambini.
Alla
prossima puntata di #distoriainstorie
Con
affetto,
Gaia,
@maestra.ga e Francesca, vostra @effedimaestra.
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Tutto
ciò che avete letto è tratto da:
- Gervasi, I., (2022). A tavola senza battaglie. Come crescere bambini che amano mangiare bene. Milano: Red edizioni.
- Fonte immagini: https://it.dreamstime.com/madre-e-figlio-che-mangiano-pesca-su-un-picnic-nel-parco-mamma-dividono-una-frutta-all-aperto-concetto-parenting-sano-image131757026
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