Il diploma, la laurea, cambiare lavoro, comprare casa, la vita che ti pone di fronte a delle nuove sfide.
"Non fa così paura" mi ripeto, incalzando il passo verso un nuovo anno, aprendo le porte alla ciurma che riempirà quest'aula, facendo entrare un po' di luce nella stanza ed in me.
É il 9 settembre 2020 ed io me la sto facendo sotto.
I nuovi inizi, anche se felici, ci mettono sempre un po' di angoscia perché ricchi di sensazioni ignote. Si presume che se siamo arrivati fino a qui dovremmo avere un po' di consapevolezza in più, una maturità diversa, una capacità di stare al mondo più dirompente.
Eppure, inevitabilmente, a noi persone "psicosomatiche" (o semplicemente sensibili) la pancia un po' si contorce. E tutto l'amore che ci mettiamo nelle cose che amiamo fare in quel momento sembra un po' svanire sotto la suola delle nostre scarpe consumate dalle paranoie.
"Mi hanno assunto perché credono in me, mi hanno scelto per gestire una mia classe, oggi conoscerò 14 piccole creature che dovranno affidarsi a me, saremo io e loro per una o due ore e non so se riuscirò a calmare i loro pianti, cullare le loro insicurezze, sembrare affidabile agli occhi dei loro genitori..."
A volte fa così paura.
Anche il giorno più bello della tua vita.
Prendo un gran respiro e mi rimbocco le maniche: coccolo pianti, contengo urla, accarezzo visi bagnati, canto canzoni, provo ad inventare giochi. Ogni tanto arriva qualcuno per vedere se siamo vivi. Tutto bene, nella norma, come da copione. Eppure io, dentro di me, sono devastata.
Non avevo mai sentito così tanti bambini piangere nello stesso momento. Non avevo mai percepito di poter essere "io" la causa di tutto ciò.
La mattinata finisce e torno a casa. Vorrei solo sdraiarmi in un angolo e piangere, ma credo di dover tenere alto l'umore, perché in fin dei conti "l'ho scelto questo lavoro", no?
Passano i giorni, uno dopo l'altro. Da appesantita e triste comincio a sentirmi più felice. Comincio a costruire relazioni, routine, situazioni di apprendimento divertenti ed originali. E mentre le costruisco mi rendo conto che non avrei dovuto arrabbiarmi con me stessa per ciò che sono.
Non avrei dovuto essere dura con me quando questa esperienza stava cominciando.
A qualsiasi bambino incontrassi serviva solo avere qualcuno vicino.
Non ero sbagliata se cercavo di ascoltare, se provavo a contenere e non a reprimere le loro emozioni perché ad ognuno di loro servivano supporto e vicinanza.
Dopo tanto costruire e costruire finalmente un giorno mi sento la maestra di qualcuno, quella persona di riferimento che più l'ha visto/a crescere.
E quel giorno è il giorno in cui lascio andare nel mondo i miei bambini grandi. Due anni di pianti, risate, condivisioni, amicizie. In quel momento vorrei che non finissero mai.
Mi guardo indietro e mi rendo conto per la prima volta che quella persona che i bambini guardano con ammirazione sono io. E che non sono più la stessa da quando loro hanno cambiato me.
Allora non fa più così paura.
Sono pronta, ancora una volta, ad incontrare anime nuove, ad affrontare nuovi inizi.
Li stringo forte con il cuore pieno di gratitudine per aver dato più luce a quella stanza e per avermi insegnato che anche la paura fa così paura solo prima di essere vissuta.
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Questo è il momento in cui vi consiglio qualcosa di legato al mondo della scuola, che fa per noi e i nostri bambini e può salvarvi nei momenti critici.
"Non fa così paura" è un albo illustrato del 2022, scritto e illustrato da Marisa Vestita, della collana Pane e Sale di Rusconi edizioni. La stessa collana del famoso "Babbau". E' un libro che parla della paura in generale, di qualcosa o qualcuno, non di una paura specifica.
Racconta di un uccellino spaventato che dice spesso "Ho paura" e che supera le sue preoccupazioni solamente con la vicinanza e il supporto degli altri. Un bellissimo esempio di come anche la paura più grande possa essere affrontata se hai vicino a te le persone che ami.
Buona lettura e buoni inizi!
Francesca - Effedimaestra
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