Famiglie omogenitoriali. Come (non) rovinano i bambini.

Ah, la famiglia! Quel luogo di amore e calore, il luogo dove si viene al mondo, dove si cresce e si impara a stare al mondo. Attenzione però, solo se è “tradizionale”. Eh sì, nel 2022 ancora si usa questa parola strana.

Cominciamo bene – con le parole di Sylwia – l’articolo di oggi.

In modo volutamente provocatorio e riflessivo, questo articolo propone la visione che due giovani insegnanti, come noi, hanno dell’omogenitorialità e come parlarne in classe e sezione con i bambini.

È un articolo un po’ diverso dal classico articolo sulla didattica, che vorrebbe smuovere una riflessione rispetto ad un tema più profondo e sentito ai giorni nostri.

Se vi va di leggerci, proseguite assieme a noi in questo racconto.

Prima di iniziare, chi si racconta oggi?


Sylwia, in arte @lamaestrainrosa, conosciuta da me e dai suoi follower per le #discussionisenzafiltri, è una quasi maestra. 

Scrivo “quasi” perché a Sylwia manca l’ultimissimo anno di università per diventare un’insegnante a tutti gli effetti, ma lavora già nella scuola primaria da un anno e mezzo e ha iniziato, come me, anche nell’ambiente dell’infanzia. 

Ha 29 anni ed è nata in Polonia. 

È cresciuta a Roma e può definirsi arricchita da una grande famiglia multiculturale sparsa un po’ in giro per l’Europa. 

È appassionata di lettura e cucina. Dulcis in fundo, adora tutto ciò che è di colore rosa.

Quale il focus del nostro dibattito di oggi?

Oggi parliamo di famiglia omogenitoriale, ovvero una famiglia in cui il ruolo di genitori è svolto da persone dello stesso sesso. La famiglia “tradizionale”, per come la intendiamo, è quella formata da una madre, un padre e dei figli. “Non tradizionale” è invece inteso come tutto ciò che esula da questo tipo di nucleo, che per composizione diverge.

Sylwia, scrivendo questo articolo, si è posta una domanda: perché nel 2022 si pensa ancora (ahimè) che crescendo in una famiglia diversa da quella tradizionale un/una bambino/a possa sviluppare dei problemi psicologici?  

Come insegnanti ci troviamo in accordo nel fornire una risposta negativa a tale domanda. Constatiamo ogni giorno nel nostro lavoro che la serenità dei bambini non dipende direttamente dalla composizione del nucleo familiare.

Famiglia per noi significa: rispetto, unione, amore. In ogni sua particolare ed originale forma.

Non siamo solo noi a pensarlo, ma anche la psicologia. Diversi studiosi hanno cercato di comprendere e dimostrare cosa succedesse ai bambini affidati a tali famiglie, ritenute da molti “atipiche”. Indovinate? Beh, nulla. I loro bambini possono crescere in modo dignitoso, alla pari di tanti altri: in salute, con affetto e dei valori trasmessi loro da chi se ne prende cura. Nonché, dal punto di vista psicologico, senza problematiche rilevanti.

Menzioniamo in particolare uno studio, svolto in Italia dal Dr. Roberto Baiocco (2018), professore associato alla facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma. Baiocco ha effettuato una ricerca coinvolgendo 40 famiglie con genitori dello stesso sesso e 40 famiglie con genitori etero.

Alla fine del percorso e dopo l’analisi della letteratura in merito, ha dedotto che: “le famiglie con madri lesbiche e padri gay sono simili a quelle composte da genitori eterosessuali per quanto riguarda il funzionamento della famiglia, la soddisfazione diadica (che valuta il grado di felicità o infelicità percepito) e lo sviluppo del bambino (…). I dati raccolti in questo studio hanno dimostrato che i bambini cresciuti da genitori gay e lesbiche hanno un livello di regolazione delle emozioni e di benessere psicologico simile a quello dei bambini cresciuti da genitori eterosessuali”.

Questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero riportare. Cambiano paesi, studiosi, famiglie osservate. Ma il succo è sempre lo stesso: crescere in una famiglia omogenitoriale NON causa nessun tipo di difficoltà nello sviluppo del bambino!

E se capovolgessimo il discorso,

dicendovi che da una famiglia omogenitoriale i bambini potrebbero ricevere più insegnamenti positivi che in una tradizionale?

  • Pensiamo ad esempio agli stereotipi di genere: quante famiglie sono ancorate ai vecchi stereotipi che vogliono la madre in cucina e a fare le pulizie mentre il padre “porta il pane a casa”? Più di quelle che immaginiamo. Sicuramente all’interno di una famiglia omogenitoriale esistono i ruoli, i compiti, le mansioni nella gestione di casa e membri del nucleo. Ma allo stesso modo meno stereotipi.
  • Inoltre, parlando di tabù: crescere in una famiglia omogenitoriale permette ai bambini di sviluppare una maggior flessibilità anche in ciò che riguarda l’espressione della propria sessualità (e no, non ci sono alcune evidenze scientifiche che dimostrano che i figli di coppie omosessuali automaticamente diventino omosessuali!).

Ci teniamo a chiarire però, che questi due piccoli esempi non servono ad elogiare la famiglia omogenitoriale e porla al di sopra di quella tradizionale. Crediamo che ognuno possa far la differenza nell’educazione dei propri figli, e lavorare su stereotipi e tabù. 

Dal punto di vista scolastico invece

Vi regaliamo alcuni spunti su cui poter riflettere assieme a ragazzi e bambini:












Per concludere

Il nostro messaggio sembra complesso ma è quanto di più semplice ci sia: ciò che fa la differenza nella cura, nell’educazione, nella disciplina che riceve un bambino non è il sesso di chi lo accudisce, ma la qualità delle relazioni che riceve. Un clima sereno in cui si condivide il rispetto per gli altri è tutto ciò che serve per permettere ai bambini di avere uno sviluppo sano ed equilibrato.

Il resto è solo fuffa.

Detto ciò, vi salutiamo con affetto e sommo rispetto per qualsiasi sia il vostro background familiare.

Alla prossima avventura,

Sylwia @lamaestrainrosa e Francesca, vostra @effedimaestra.

 

 

*che tendono ad “imprimere un marchio per aspetti negativi, bollare un membro o un gruppo che si considera deviante o diverso” (Nota et al., 2015)

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Tutto ciò che avete letto è tratto da:

  • Baiocco, R. et al., (2018). Developmental psychology. American Psychologycal Association.
  • Ginevra, Nota, Soresi. (2015). Tutti diversamente a scuola. L’inclusione scolastica nel XXI secolo. Padova: CLEUP.

Commenti

  1. Bellissimo articolo. Messaggio importante!
    Purtroppo ancora non è conoscenza di tutti che l'orientamento sessuale e l'identità di genere capitano, non c'è modo di prevenire o cambiare questo aspetto di una persona, perciò anche crescendo un bambino cercando di non esporlo mai a immagini o idee diverse dall'ideale di famiglia tradizionale quello che deve succedere succederà. L'unico aspetto su cui ha senso concentrarsi sono la sua indipendenza, la sua autonomia e capacità di gestire le emozioni. Come qualunque bambino

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    1. Grazie di cuore per questo messaggio. C'è bisogno di sensibilizzare le persone al rispetto degli altri ed insegnarlo ai bambini sempre di più.

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