Lo scorso
weekend ho avuto la fortuna di passare due meravigliosi giorni di pace e
tranquillità in montagna, facendo scorpacciata di sole e aria fresca.
Come
sempre accade quando vivo una bella esperienza, porto con me l’impronta e lo
sguardo critico dell’insegnante. Non mi stanco mai di osservare la natura nella
sua bellezza. Mi affascinano gli spunti che essa può offrire ad una persona
appassionata di insegnamento:
suoni, colori, profumi, oggetti inanimati
ed abitanti del bosco.
Inoltre,
io vivo i luoghi in cui viaggio con intensità emotiva, lasciando un pezzo di me
– creando tradizioni – oppure portando a casa un pezzo del posto in cui mi
trovo. Non ha importanza che esso sia concreto o astratto, che sia una fetta di
torta comprata in pasticcieria oppure il ricordo di una notte sotto le stelle;
per me quel luogo avrà sempre il “distintivo” di luogo del cuore.
Esiste
un termine che definisce l’attaccamento ai luoghi e si chiama Place
Attachment:
“the emotional bond between person and place” ovvero il legame emozionale e affettivo tra persone e luogo. Shroeder lo definì nel 1991 “the thoughts, feeling, memories and interpretations evoked by a landscape” cioè l’insieme multidimensionale di pensieri, sentimenti, ricordi, interpretazioni che un paesaggio evoca in noi.
Ed
è per noi motivo di scoperta, apprendimento, attaccamento.
Voi vi sentite più a vostro agio in una località di montagna
oppure al mare?
Durante una vacanza al lago oppure visitando una città importante?
Sono le classiche domande da test attitudinale, lo so, ma sono
anche curiosa di conoscere la vostra storia, di scoprire quanto l'educazione
possa influenzare il vostro modo di viaggiare.
Attraverso
questo piccolo viaggio io ho osservato nuove possibilità di vivere la didattica
all’aperto che vorrei condividere qui con voi.
Insegnare nella natura è…
Insegnare
ai più piccoli che gli esseri viventi vanno rispettati per il bene del Pianeta
con attività di cura delle piante (ad esempio, la realizzazione di un
orto) o del territorio (raccogliere assieme i rifiuti lasciati dall’uomo e
catalogarli);
Esplorazione e scoperta
nato negli anni 2000. Per partecipare basta iscriversi sul sito, scaricare l’applicazione e cercare le “cache”. Esse sono piccoli contenitori che possiedono all’interno dei tesori. Una volta trovati, potete firmare la vostra scoperta su un libro e documentarla sull'applicazione. Potete essere voi stessi i creatori e posizionatori di Cache. Vi invito a scoprirlo per poter dare vita ad una caccia al tesoro digitale che coniuga l’avventura con il piacere della scoperta assieme ai vostri bambini.
Altrimenti, se siete dei tipi “analogici”, prendete il libro di Keri Smith "Come diventare un esploratore del mondo" e datevi alla pazza gioia: ci sono diversi modi di esplorare e documentare il mondo, tutti da conservare nel proprio diario.
Apprendimento in un diverso contesto
Collezione dei tesori
La natura è
ricca di oggetti inanimati o foglie ormai cadute che si possono raccogliere e
catalogare, creando con le proprie mani un meraviglioso erbario: il libro che
descrive tutte le piante. Esistono alcune applicazioni per il telefono che
possono aiutarci in questa impresa. Tra tutte vi segnalo PlantNet,
molto accurata e ricca di informazioni.
Invenzione di nuovi giochi
Se l’erbario non è affine alle vostre preferenze ed esigenze, potete creare un memory con gli oggetti che avete collezionato. Questo lavoro unirà l’apprendimento di nuove specie con il divertimento di un gioco nuovo.
Arte effimera
L’arte
effimera è meravigliosa. Racchiude in sé la bellezza degli attimi,
conservandoli solo nell’istante in cui vengono realizzati. È infatti
l’espressione utilizzata per definire opere il cui deterioramento o distruzione
– dovuti a cause naturali o all’intervento dell’autore – sono anticipati
dall’autore stesso. Esempio ne sono le opere d’arte contemporanea come quelle
di Christo. Tuttavia, non serve essere dei grandi autori per realizzarne
alcune. Basta utilizzare la fantasia e ricordarsi che il mondo può diventare
una grande tela; non esistono solo i fogli bianchi ed il disegno non è l’unica
forma di rappresentazione.
Giunti a questo punto della
lettura, credo di avervi raccontato molto di ciò che è per me educazione
all’aperto.
Adesso
corro a rilassarmi all’ombra di un albero nel caldo infernale della pianura,
con la speranza di leggervi mentre mi raccontate le vostre esperienze con la
natura.
A
presto,
vostra
Francesca – Effedimaestra.
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I costrutti teorici di questo articolo sono tratti da:
- Rocca, L. (2007). Geo-scoprire il mondo. Lecce: La Biblioteca Pensa Multimedia.
Le foto sono prese dal web:
- foto dell'orto: https://www.nonsprecare.it/coltivare-lorto-con-i-bambini-in-primavera-e-un-gioco-da-ragazzi;
- foto raccolta rifiuti: https://www.fruttolo.it/fruttolo-magazine/raccolta-differenziata-spiegata-bambini;
- lettura nel bosco: https://lacasadifra.wordpress.com/2015/11/13/la-scuola-nel-bosco/;
- erbario: https://www.latuamomis.com/2019/03/idee-pratiche-e-veloci-per-fare-un-erbario/;
- memory naturale: https://www.pinterest.com/hestiashands/horticultural-therapyactivity/;
- mandala naturale: https://www.repubblica.it/moda-e-beauty/2015/11/10/foto/13_11_ana_castilho_disegni_mandala_naturali_arte_giardino-291267559/1/.
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