Il bullismo a scuola. Gli sguardi dell'adulto.

Il bullismo è una brutta bestia.

Sì, sì, lo scrivo senza tanti fronzoli e senza tanto girarci intorno.

Il bullismo, quando ne sei la vittima, è quella cosa che ti fa sentire inerme e sbagliata/o di fronte alle tue stesse caratteristiche e/o scelte di vita. 

Il ciuccio o il pannolino portati troppo*, le sopracciglia a metà oppure tanto folte, un brufolo che si vede, una taglia in più o una in meno, un voto basso, un'idea diversa tra colleghi.

Il tutto parte dal confronto con gli altri, quel semplice confronto che si impara sin da piccoli. 

Ognuno di noi è più o meno sensibile ai commenti altrui e per questo è bene fare una distinzione a priori tra quale sia la nostra percezione e quale invece sia la definizione di bullismo.

Il bullismo é una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale. Questo comportamento può essere di natura fisica e/o psicologica. Ma ciò che lo rende tale è il fatto che viene ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone percepite come più deboli dal soggetto che bullizza. Chi invece subisce, spesso non è in grado di difendersi da solo.

I fattori che possiamo definire "scatenanti" sono fattori legati al tempo, alla percezione del bullo ed alla capacità di autodifendersi della vittima. Dunque è difficile delineare con chiarezza quale situazione sia bullismo e quale no nel 100% dei casi.

Per tale motivo, non sono qui per fornire un libretto di istruzioni per riconoscere ogni differente meccanica umana. Perché dico questo? Perché lavorare a contatto con esseri umani è tanto bello quanto complicato: ognuno è diverso, unico, irripetibile. Ognuno vive, reagisce, risponde a determinate situazioni a suo modo, con le sue risorse e quelle che gli forniscono le esperienze che fa.

Qui entriamo in gioco noi adulti: noi che stiamo fornendo esperienze e risorse ai piccoli umani.

Ecco perché sono qui, per raccontarti ciò che accade a scuola e come poter prevenire atti di bullismo.

Ci sono alcune strategie che bisogna tenere a mente, sin da subito, nell'educazione dei bambini e che - se non riescono a prevenire del tutto il bullismo - sono sicuramente un buon modo per arginare comportamenti discriminatori, esclusivi, stigmatizzanti nei confronti degli altri.

Mi piace definirli i tre "sguardi" dell'adulto. La nostra missione è quella di sviluppare un'osservazione attiva, costante ed efficace dei piccoli in crescita.

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1. Il confronto: da negativo a positivo, senza dirlo.

Non fare confronti. Se non riesci a frenare il pensiero almeno non esprimere verbalmente il confronto, sia negativo che positivo. Ad esempio "lui è più bravo di te perché...", "tu sei migliore di lui perché...". Ricordati sempre che le parole che utilizziamo per descrivere i bambini sono quelle che loro useranno per descrivere loro stessi e gli altri. 

Il confronto può essere utilizzato positivamente solamente tra pari, nel momento dell'aiuto, senza alcuna necessità di verbalizzarlo. Come? Mettiamo i bambini, anche e soprattutto di età differenti, ad aiutarsi. Questa tipologia di situazione, in educazione, si chiama "modeling".

 

- "Maestra, non riesco a mettere le scarpe correttamente."

- "Marco, puoi aiutarlo tu per favore? Mostragli quale scarpa va a destra e quale a sinistra."

 

L'autonomia, il rispetto di sè, la condivisione e la collaborazione non si imparano quando si è lasciati da soli senza indicazioni. Si imparano dall'esempio positivo degli altri, dalle indicazioni, da una guida sicura e accogliente. 

 

2. La paura: conoscila, condividila, affrontala, sconfiggila.

Parla delle paure e normalizzale assieme ai bambini. Raccontale senza dare un nome a chi te le confida, ma condividendo comprensione e supporto. 

 

- "Maestra, ho paura delle cavallette" (conversazione 1 a 1)

- "Bambini, devo dirvi una cosa importante. Sono sicura che vi sarà capitato di spaventarvi per un insetto almeno una volta nella vita. Sapete, neanche io mi sento coraggiosa quando ne vedo uno. Ho paura e scappo via, ma so che non mi fanno male. Sono più piccoli di me e innocui, perciò cerco di rispettarli." (conversazione insegnante vs classe)

 

Questo è ciò che faccio quotidianamente quando qualcuno mi svela una paura. Non prendo in giro, non evidenzio il nome di chi me l'ha riferito, ma racconto e condivido un pensiero. Perché credo che la condivisione delle paure fornisca comprensione, vicinanza e supporto. Così facendo nascono maggiormente armonia e rispetto, nonché aiuto. Al contrario si creerebbero segreti, tensioni e divisioni tra loro.

 

3. La diversità: è giusta quando è personalità.

Valorizza e supporta la personalità. 

Ogni persona è e può essere: individualità, originalità, personalità. Individualità è ciò che ci contraddistingue: le nostre caratteristiche che ci rendono unici. Originalità è un lato di noi che non si uniforma alla normalità, creativo, raro, particolare. La personalità mette insieme queste due attitudini. È l'insieme delle nostre caratteristiche che, in quanto nostre, ci danno modo di distinguerci nel mondo, arrichendo noi e gli altri in modo originale.

Hai/abbiamo l'immenso potere di ricordare ad ogni bambino quanto possa essere unico, importante ed originale, aiutandolo a sviluppare la sua personalità.

Come? 

 Dividi le coppie di fatto ogni tanto. Non soffriranno, ma impareranno a creare nuovi legami. E soprattutto, quando questo stare insieme non permette lo sviluppo delle proprie idee, dai modo a chi si sente "debole" di esprimerle.

 Ricorda le parole giuste da usare nei momenti di difficoltà.

- "Non mi piace questo gioco/il modo in cui mi tratti"

- "Il mio corpo è mio e decido io come usarlo"

- "Non me la sento di fare questa cosa"

- "Lasciami in pace, preferisco stare da solo piuttosto che fare un gioco che mi fa sentire male" 

Sono alcune delle frasi che puoi suggerire.

 Racconta loro la storia che ti consiglio: "Il mio amico extraterreste". L'ha prodotto Valentina Edizioni proprio per ricordare ai bambini che non devono fare tutto in funzione degli altri, ascoltando solo la voce degli altri e non la propria. 

Lo trovi nel mio profilo Instagram, ma io ti consiglio vivamente di leggerlo interamente per capire se può esserti d'aiuto. 

Concludo questo articolo con la speranza di averti dato una chiave di lettura nuova, personale ed arricchente.

Ti aspetto qui per nuove mirabolanti avventure, la settimana prossima. 

Scherzo. Ti aspetto qui per raccontarti ancora quanto sia importante e bella l'educazione ed emozionarmi un po' assieme a te che leggi, mentre lo scrivo.

A presto,

Francesca - Effedimaestra

 

 

 

*troppo secondo lo standard sanitario, non secondo "mia zia".


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