Cosa sono le competenze?


É
 da un po' che penso a questo termine, "competenza", come qualcosa di cui si parla tanto ma mai sapendolo definire con certezza. 

A cosa pensate quando vi dicono: "fidati di me, questa persona è competente nel suo lavoro!"? Che è una persona che ha studiato tanto? Che è una persona che conosce gli strumenti adatti e li sa utilizzare? Che ha lavorato per anni nello stesso campo e allora sa come svolgere una determinata mansione?

La definizione di competenza che ci fornisce Castoldi (2016), docente universitario ed autore di volumi sulla valutazione delle competenze, è la seguente: “capacità di far fronte a un compito, o a un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto e orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e fecondo" (Pellerey, 2004).

Quindi quando pensiamo alla competenza, che sembra un concetto così astratto ed ampio, possiamo tradurla nella pratica considerando: le conoscenze teoriche (nozioni) e pratiche (strumenti/tecniche/strategie) di una persona e la sua capacità di utilizzarle per risolvere un problema.

La Raccomandazione del Parlamento Europeo del 2018 ha stabilito otto competenze chiave. Sono denominate così perché sono quelle il cui raggiungimento è ritenuto maggiormente importante ed inglobano nel loro campo altre micro-competenze. Esse sono: competenza alfabetica funzionale, competenza multilinguistica, competenza digitale, competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria, competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare, competenza in materia di cittadinanza, competenza imprenditoriale, competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali. 

Queste vengono "scorporate" all'interno delle Indicazioni Nazionali, le quali evidenziano campi d'esperienza ed obiettivi di apprendimento che possano essere presi in considerazione per la realizzazione delle attività ed il raggiungimento di tali capacità. Esse sono a carattere prescrittivo. Sono conosciute per essere una “Bibbia” per gli insegnanti, una linea guida per la programmazione e progettazione di Unità di Apprendimento. Tuttavia, è necessario che vengano integrate con altri strumenti, dal momento che non sono obbligatorie e non rappresentano un percorso unico e predefinito, da seguire con cieca fiducia.

Proprio nelle Indicazioni Nazionali si legge che la competenza alla scuola dell'infanzia non viene raggiunta, ma ci si "attende" che essa lo sia. Questo ci fa capire una cosa importante di come funziona l'apprendimento: la competenza è in continua evoluzione. 

Se condividete l'ottica del life long learning (continuare ad apprendere per la vita), saprete bene che non esistono conoscenze o capacità "concluse" e "finite" nell'uomo perché ogni conoscenza/capacità acquisita cresce e muta con il tempo e l'esperienza. E se vi trovate in mezzo a dei bambini, per professione o per svago, dovreste tenerne conto. 

Non è facile, ma è un modo positivo di pensare che anche il bambino che ci dice "non riesco", a meno che non vi sia un motivo biologico o scientifico che vincoli l'apprendimento, prima o poi - a suo modo - imparerà. 


Tutto ciò che vi ho raccontato è stato tratto da:

  • Castoldi, M. (2016). Valutare e certificare le competenze. Roma: Carocci. 
  • Ministero dell’Istruzione. (2012). Indicazioni Nazionali per il curricolo. Roma: Author.
  • Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2018.

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