Dovete sapere che io da piccola mangiavo poco; il “minimo sindacale”. Facevo presenza alle cene di famiglia, qualche volta mi facevo rincorrere per mezza casa perché “qualcosa dovevo pur mangiare” e poi, allegramente, me ne andavo per i fatti miei. Mi alienavo in una stanzetta assieme ad un libro che amavo e lì, tranquilla ed immersa, trascorrevo il resto del mio tempo. Si può dire che la lettura non cibi il corpo, ma la mente sì. Ed anche se non sono cresciuta in grandezza, ho sicuramente avuto un bell’imprinting con il mondo della letteratura per l’infanzia. Allo stesso modo, Giulia ha cominciato il suo viaggio nelle storie sfogliando per ore ed ore albi illustrati su fiabe e dinosauri.
Si è sempre posta queste domande:
come si diventa lettori, cosa ci spinge verso le storie, ma soprattutto come
sono visti i lettori dalla società?
Oggi proveremo a rispondere a questo
quesito, identificando quelli che per noi sono alcuni tipi di lettori presenti
nella letteratura per l’infanzia. Per farlo, condivideremo con voi tre libri
particolari e molto suggestivi.
Prima di iniziare, chi è Giulia?
Giulia, età 28, romana d’origine. La definisce la sua “amata e complicata” Roma. È laureata in Scienze dell’educazione e in Scienze della formazione primaria. Ama follemente l’illustrazione, come la sottoscritta :D. In particolare ammira le illustrazioni della letteratura per l’infanzia, argomento della sua ultima tesi di laurea. Ha lavorato sempre nella scuola dell’infanzia, adottando uno stile nel vestire che descrive “colorato e nerd”, apprezzato molto dai bambini. Predilige la didattica basata sull’esperienza, infatti scrive: “Mi affascina vedere come i bambini e le bambine possano scoprire il perché delle cose attraverso sperimentazioni, contatto con la natura e riflessione”.
Per quali ragioni nasce questo articolo?
Durante il percorso di studi universitario,
Giulia ha approfondito le opere di moltissimi autori ed autrici italiani e non,
riscontrando una serie di caratterizzazioni dei lettori.
I
bambini-lettori analizzati sono parte di una rivoluzione illustrativa, ma anche
sociologica che ha proposto un’idea alternativa tanto del bambino quanto del
lettore. Le narrazioni hanno contrappunti originali e arditi, amplificati da
illustrazioni stimolanti, che provocano in chi osserva esortazione ad
interrogarsi su ciò che i loro occhi stanno vedendo.
Gli
albi che abbiamo scelto, perché pensiamo possano guidarci verso una prima
immagine di un lettore sono: “La bambina
di libri”, “Il sussurro” e “La montagna di libri più alta del mondo”.
“La bambina di libri”: la nascita di un lettore.
Questo libro è delicato e
sconvolgente allo stesso tempo. Racconta di una misteriosa bambina azzurra che
invita un bambino a seguirla. Quest’ultimo abita in una casa buia con un adulto
serioso che legge un giornale pieno di numeri e fatti (rappresentazione
notevole del rapporto adulto-lettura). Da lì comincia un viaggio che è un
continuo arrampicarsi, correre, giocare, dormire e urlare: le azioni che
classicamente si associano ad un bambino e queste, immerse nelle parole, danno
forma e materia agli oggetti, ai mostri da affrontare, alle montagne da
scalare. C’è un turbinio di movimenti, la bambina è sempre davanti al bambino,
mostra la strada, porge la mano per aiutarlo a salire, cala la corda per
scappare dal castello e nel mentre continua a prendere colore, sempre più
azzurra e sempre più consistente, fin quando ecco sopraggiungere un’esplosione
inaspettata.
Cosa possiamo
notare in questo libro?
Sicuramente,
le illustrazioni danno vita alla nascita di un lettore: un bambino che non ha
un adulto accanto che lo stimola a leggere, quindi in autonomia sceglie di
farlo. La bambina azzurra prende colore attraverso la consapevolezza acquisita
dal bambino delle sconfinate possibilità del verbo leggere: ampliare la
propria prospettiva sul mondo, ascoltare quel bisogno innato di storie,
avventurarsi lungo testi ed immagini che permettono di riflettere sui segni ed
i significati. Queste immagini rappresentano una caratteristica
fondamentale ed intrinseca di ciò che riteniamo sia la lettura: un modo per dare colore alla vita. E dunque
offrire a chi legge la possibilità di dare senso a ciò che accade intorno e
dentro di sé stesso.
“Il sussurro”: il
lettore che sceglie d’istinto la sua lettura.
Seguendo
un filo rosso immaginario, da quel bambino che è un lettore potenziale, potremo
passare alla magia pura delle illustrazioni di Pamela Zagarenski, la quale ha reso
sulle pagine un racconto che sembra un incantesimo delle fate.
Riflettiamo sul
significato di questa storia
Questa
prospettiva è spesso al centro di confronti tra esperti e non: come suggellare
l’incontro tra bambini e lettura? Come nell’albo precedentemente presentato,
l’invito ad approcciarsi alla lettura non è esplicito, bensì avviene per vie
alternative. Viene evidenziata la prospettiva di spingersi in un’avventura,
un’avventura scelta dai bambini. Ci sono momenti in cui, come adulti, le
situazioni richiedono di farci “da parte” e lasciare che siano i bambini e le
bambine a scegliere le loro modalità di azione. In questo caso, le modalità di lettura, poiché in loro emerge sia la
curiosità che li spinge a scoprire cose nuove sia il senso ludico dell’immedesimazione
nelle storie. Gottschall (2016) ci ricorda che “il gioco di immedesimazione è un divertimento serio da morire. Ogni
giorno, i bambini entrano in un mondo in cui devono affrontare forze oscure,
fuggendo e combattendo per la propria vita”.
“La montagna di
libri più alta del mondo”: il potere della lettura.
La storia racconta di Lucas, un bambino che vorrebbe volare ed esplorare il mondo. Non può farlo fisicamente, ma trova il suo modo: utilizzando la lettura. Questo gli permette di “prendere il volo” con la fantasia e con i suoi pensieri.
Ecco perché…
Questo
libro è, di fatto, la traduzione in illustrazioni e parole del potere della
lettura: far spiccare il volo a chi ne usufruisce. La lettura non è solo un compito,
una doverosa capacità. Può diventare invece: stupore, meraviglia, arricchimento
che permette di sentirci più colti ed allo stesso modo consapevoli. Mi piace
pensare al termine “librarsi” che in
sé cela la bellezza della parola libro e del prendere il volo fino al cielo.
Concludiamo
raccontandovi
Che a nostro parere, la forma di lettore più presente tra le illustrazioni infantili è la prima che abbiamo citato: il “potenziale lettore”. Si tratta di bambine e bambini che superano le convenzioni sociali per le quali sono gli adulti a leggere e la lettura è una cosa serissima, preferendo dar ascolto a quella voce interiore che li spinge verso albi e libri di loro scelta. In questi casi, gli illustratori hanno decisamente ribaltato le carte in tavola rappresentando i bambini come padroni del loro cammino di lettori: ognuno di essi possiede la chiave per aprire il mondo della propria immaginazione.
Ora chiediamo
a voi di raccontarci quale lettore dei tre citati si avvicina di più al vostro
stile.
Un lettore appena nato ed incerto,
ma che si costruisce la propria strada.
Un lettore che si immedesima
spesso, con particolare sensibilità.
Un lettore che si ciba di lettura
al punto da prendere il volo.
Speriamo di
avervi emozionato almeno quanto ci siamo emozionate noi nello scrivere questo
articolo.
Ora,
finalmente, vi salutiamo.
Alla
prossima storia,
Giulia e Francesca, vostra @effedimaestra.
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Alcune parti di
ciò che avete letto sono tratte da:
- Gottschall J., “Il lavoro dei bambini”, in L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno resi umani, Torino, Bollati Boringhieri, 2016, p. 51
I libri citati sono:
- Bonilla, R. (2015). La montagna di libri più alta del mondo. Milano: Valentina Edizioni.
- Jeffers, O. (2017). La bambina di libri. Roma: Lapis.
- Zagarenski, P. (2017). Il sussurro. Milano: Pane e sale (Rusconi).
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